Roma-Liverpool 4-2, errori in difesa, non bastano Nainggolan e Dzeko super.

Roma-Liverpool è stata una partita scoppiettante, ricca di colpi di scena, di ribaltamenti di fronte.
Roma-Liverpool, analisi tattica della semifinale di ritorno di Champions League.

La formazione schierata da Di Francesco è differente rispetto a quella d’andata. Si ritorna al 4-3-3 e si abbandona la difesa a 3 che ha creato notevoli difficoltà all’andata. Con Salah, Mané e Firmino sempre liberi in uno contro uno, che ha lasciato troppi spazi per la tecnica e la velocità del tridente di Kloop. La novità è rappresentata da Schick, assieme a Dzeko e ad El Shaarawy. Panchina per Under, che verrà utilizzato a partita inoltrata. A centrocampo dovrà fare a meno di Strootman, infortunatosi  e inutilizzabile. Al suo posto Pellegrini, assieme a De Rossi e Nainggolan.

La formazione dei Reds ha lo stesso modulo dei giallorossi, con il solito tridente davanti e con l’utilizzo di Alexander-Arnold, giovane diciannovenne sulla fascia sinistra che si rivelerà un problema per Kloop

Si parte con i giallorossi subito aggressivi, alla ricerca della prima rete. Ne devono segnare tre per recuperare il 4-1 subito all’andata.

Ma la prima squadra a passare in vantaggio è il Liverpool, su un grave errore in retropassaggio di Nainggolan che permette lo scatto in profondità di Manè che fulmina Alisson in uscita. Proprio non ci voleva questa disattenzione nei primi minuti della partita, perchè ora i giallorossi saranno costretti a segnare una rete in più.

Il pareggio inaspettato, grazie ad un’autorete di Milner, non toglie la serataccia della difesa capitolina. Infatti su un altro errore, questa volta di Dzeko, si avventa sul pallone Wijnaldum e di testa supera Alisson

Un primo tempo condizionato da due errori evidenti, che rendono la strada in salita per i giallorossi. Nel secondo tempo, invece, si potrebbe vedere tutta un’altra partita, con i giallorossi che riescono a portarsi al pareggio dopo appena dieci minuti. Under, il nuovo entrato, è abile a saltare il proprio avversario, calciare in porta, trovando la deviazione di Karius. Sulla respinta è bravo Dzeko a colpire in rete con un bel diagonale a mezz’altezza.

Una Roma che ha deciso di colpire con lanci filtranti la non eccelsa difesa inglese. Di Francesco si arrabbiava ogni volta che i suoi volevano giocare la palla in orizzontale, con fraseggi fini a se stessi. Non c’era incisività per quanto riguarda le occasioni create, con davanti una boa come Dzeko che andava sfruttata per le sue doti atletiche, di altezza. 

Schick , invece, ha giocato più dietro, salvo inserirsi quando Dzeko veniva utilizzato come sponda per gli inserimenti dei centrocampisti. Poi, aggiungiamoci alcuni episodi dubbi in area di rigore inglese, con Alexander-Arnold che colpisce di mano un pallone colpito al volo da El Shaarawy. Siamo sul 2-2 e la partita poteva prendere una piega differente, quando mancava ancora mezz’ora al termine.

Il Liverpool che adotta la stessa tecnica dell’andata, con un recupero palla veloce e verticalizzazioni profonde in area. La Roma non è riuscita a proteggersi da questa pressione avversaria, capitando nei soliti errori commessi anche all’andata.

Nel finale con un bel diagonale e un tiro forte centrale su calcio di rigore di Nainggolan, la squadra capitolina prova a rientrare in corsa, ma non c’è più tempo. 

Roma-Liverpool non ha lesinato dosi massicce di spettacolo ed emozioni. La squadra di Di Francesco si è dimostrata all’altezza dei suoi avversari, con grande propositività, voglia di giocare, impegno. I suoi errori le sono stati fatali e la squadra di Kloop ne ha approfittato alla grande.

Roma-Liverpool è un match da archiviare come uno dei più belli di questa competizione. Due squadre che non hanno mancato di offendere, un po’ meno di difendere. Un gioco offensivo, diretto, efficace, che ha mostrato le sue più belle espressioni in campo. 

 

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