Il bomber campano, grazie al rigore segnato contro il Genoa, raggiunge Silvio Piola in cima alla classifica dei marcatori della Lazio.
Sono bastati cinque anni a Ciro Immobile per fare la storia. Cinque anni in cui il suo nome è stato legato a doppio filo con quello della Lazio, la squadra che gli ha dato fiducia quando tutti lo davano per “finito”. Tutti, ma non lui, che in questi cinque anni ha dimostrato di che stoffa sia fatto.
Cinque campionati conclusi tutti in doppia cifra, grazie a quel cinismo da autentico goleador che gli è stato utile anche per farsi scivolare le critiche che spesso gli sono piovute addosso. I fallimenti all’estero, la presunta incapacità di adattarsi a una grande piazza. La sensazione che la “Scarpa d’oro” sappia brillare solo nella Lazio o in realtà appositamente costruite per lui, con squadre che gli girino intorno.
Poco male, se di una tra queste squadre Immobile è diventato oggi il miglior marcatore di sempre, affiancando in questa speciale classifica un’istituzione del calcio italiano come Silvio Piola. Nove anni e 149 gol con la Lazio, 30 gol in 34 gare con l’Italia.
Il gol, suo 149°, Immobile l’ha messo a segno nella maniera più semplice: spiazzando Perin dagli 11 metri. Eppure, deve aver scovato dentro un grande coraggio, visto che di rigori ne aveva già sbagliati sei quest’anno: “”Piola ha fatto la storia di questa società, è un onore poterlo raggiungere. Per me questo è motivo d’orgoglio”, ha dichiarato emozionato dopo la gara.
All’orgoglio per il traguardo raggiunto si unisce la consapevolezza di essere determinante per il raggiungimento degli obiettivi di squadra, che sta lottando ancora una volta per la qualificazione in Champions, riuscendo finalmente a dare quella tanto agognata continuità al progetto.
Ciro Immobile in questo progetto ci si sente a meraviglia. Sa di aver trovato la propria dimensione, e non ha la presunzione di fare il passo più lungo della gamba. Poco importa se i numeri da record non cancelleranno i mezzi giudizi che ci si è fatti su di lui. A Roma Ciro si sente un re. E da oggi la corona dovranno provare a togliergliela.
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