Inchiesta Prisma, la prova che può inguaiare la Juve

Nelle ultime ore è fuoriuscita una prova che i magistrati prenderanno sicuramente in considerazione riguardante l’inchiesta aperta sulla cosiddetta “manovra stipendi” della stagione 2019/20 dei calciatori della Juventus.

La Procura di Torino è venuta a conoscenza di una mail spedita da Giorgio Chiellini ai compagni di squadra nel marzo 2020, quando ebbe inizio la pandemia.

Il capitano della Juventus, dopo il colloquio con i vertici della Vecchia Signora, decise di avvisare i compagni con una mail scritta insieme all’amico di mille battaglie Leonardo Bonucci.

“Ho parlato con Paratici e con il presidente a proposito dell’emergenza attuale, che ha creato ovviamente  grandi problemi finanziari, soprattutto di liquidità. Il club vorrebbe trovare un accordo per una nostra partecipazione a questo momento di difficoltà.

Credo che anche noi dobbiamo fare un passo come stanno facendo altri club in Europa e trovare un accordo che ci permetterebbe di evitare rischi, oltre che di dare un’immagine di squadra costituita da uomini di valore”.

La mail è terminata con la possibilità di scelta per i calciatori tra tre opzioni per il pagamento dilazionato nelle stagioni successive delle mensilità in questione dove il campionato si fermò.

Per i magistrati il reato è di falso in bilancio anche se non si tratta di un risparmio reale.

L’accusa è nata perché il club bianconero avrebbe dovuto segnalare a bilancio il patto concordato tra i calciatori e la società, cosa che la Juve non fece e per questo motivo è sotto inchiesta della Procura.

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