Un’altra stagione, la #69 della storia della Formula 1, ha visto nello scorso weekend la sua conclusione. Nello sfavillante (e basta) scenario di Abu Dhabi, Lewis Hamilton fa l’asso pigliatutto e, dopo la pole, porta a casa la vittoria #73 in carriera (11.esima in stagione), davanti a Sebastian Vettel e a Max Verstappen, entrambi autori a loro volta di prestazioni positive. Ma è stata una giornata che ha riservato molte emozioni, con la fantastica dimostrazione di rispetto e sportività dell’inglese e del tedesco nei riguardi di Fernando Alonso, salutato con una parata e una serie di donuts, come in un balletto, che hanno esaltato fan ed addetti ai lavori. Senza dimenticare, tra i tanti addii, un Kimi Raikkonen che, ritiro a parte, lascia Maranello con il 3° posto iridato e un affetto senza pari da parte di tutti.

ALONSO, HAMILTON E VETTEL: QUANDO IL RISPETTO VIENE PRIMA DI TUTTO
A livello di emozioni pure, probabilmente il Gran Premio di Abu Dhabi ha rappresentato il punto più alto di tutta la stagione (e non solo). Non fraintendetemi, non parlo dello spettacolo in pista, pur di livello maggiore rispetto a tante altre edizioni disputate sull’asettica pista di Yas Marina. Mi riferisco invece a quanto accaduto a partire dagli istanti seguenti alla bandiera scacchi. Sarà stato il clima da ultimo giorno di scuola, fatto sta che, in barba all’etichetta, Hamilton e Vettel si sono dati alla pazza gioia con i tanto apprezzati donuts (dai fan). Ma il meglio doveva ancora venire. Rientrando verso i box, più o meno ad inizio T3, l’inglese ed il tedesco raggiungono la McLaren di Fernando Alonso, impegnato nell’ultimo giro d’onore della sua carriera in Formula 1.
Come in un ideale abbraccio, Seb da un lato e Lewis dall’altro scortano l’asturiano, in una scena sportivamente meravigliosa. Giungendo verso l’ultima curva, Hamilton fa segno ad Alonso di seguirlo sul traguardo, in modo da ricevere un’ultimo, caloroso tributo anche dal pubblico assiepato sulla tribuna centrale. I tre, infine, si scatenano in contemporanea ancora con i donuts, mandando in visibilio il pubblico. Usciti dall’abitacolo, gli alfieri di Ferrari e Mercedes hanno abbracciato il rivale di tante battaglie, rendendogli omaggi ancora una volta. Un turbinio di sentimenti che ha fatto vacillare il Nando, dettosi sorpreso e grato ai due colleghi.

Ancora, qualche ora dopo la fine della gara, sono stati ancora Vettel e Hamilton ad essere protagonisti di un altro bel gesto, scambiandosi i rispettivi caschi e stringendosi la mano. Tutto ciò può e deve servire da lezione. A parte tutto, le rivalità (vere o presunte), i fanatismi da tastiera, le supercazzole scritte sul web e sui giornali, alla base di questo sport, di ogni sport e nella vita dev’esserci il rispetto. Per quanto ognuno possa ergersi a saccente, ad esperto di questo o quell’aspetto, solo un pilota sa cosa si prova nel fare determinate cose a 300 km/h ed oltre, in una frazione di secondo. Solo un pilota sa cosa si prova quando si raggiungono determinati obiettivi e, all’opposto, quando si sbaglia e si fallisce, perdendo casomai un Mondiale. Quanto successo ad Abu Dhabi, lo ripeto, deve fungere da insegnamento per tutti e in ogni ambito della vita.
MERCEDES: HAMILTON SUPERSTAR, BOTTAS A TERRA
Passiamo adesso alla gara. A Yas Marina, la Mercedes e Lewis Hamilton sono tornati a comandare. Sin dal sabato, con la pole #83 in carriera (con record del circuito) del britannico ed una prima fila tutta d’argento. Passando poi alla domenica dove, a parte tutto, Lewis ha dato la sensazione di avere sempre tutto sotto controllo. Una Mercedes che ha corso stavolta con i famigerati fori sui mozzi posteriori aperti, partita con entrambi i piloti comodamente in testa dopo la partenza, e un Hamilton presto fermatosi a montare le Supersoft, sfruttando la VSC causata dal ritiro di Raikkonen (giro 7). Tornato in pista al 5° posto, Lewis ha provato subito a disfarsi di Max Verstappen; la solida difesa dell’olandese, però, l’ha spinto a desistere e a limitarsi ad osservare gli eventi, in attesa che tutti quelli che lo precedevano si fermassero a loro volta.

E’ così è successo, quando Daniel Ricciardo, al giro 33, è rientrato ai box per sostituire i suoi pneumatici. Da quel momento, Hamilton ha potuto gestire il vantaggio e il tentativo di recupero di Sebastian Vettel, andando poi a tagliare il traguardo in trionfo per l’ennesima volta. Il nativo di Stevenage, quindi, ha regalato ancora show, mostrando i suoi tatuaggi sul podio, dopo essersi divertito con Will Smith, grazie ad un siparietto davvero divertente, con l’attore statunitense che ha finto di rapire l’inglese, per poi sostituirlo al volante. Molti meno sorrisi nella metà del box si Valtteri Bottas, che diventa il primo pilota Mercedes dal 2012 a non vincere nemmeno una gara.
Il finlandese, oltre a voler provare a centrare questa benedetta vittoria (sfuggitagli più di una volta quest’anno, un pò per sfortuna un pò (tanto) per ordini di scuderia), aveva l’obiettivo di sfilare il 3° posto in classifica al connazionale Kimi Raikkonen. Dopo il precoce ritiro del ferrarista, sembrava tutto in discesa per Valtteri. Ma non è andata così. Dopo aver difeso a lungo la posizione da Vettel, un errore in frenata permette al tedesco di attaccarlo e di prendersi la 2° posizione (giro 35). Da lì è un crollo: il finnico prova a resistere a Verstappen, che però lo salta di cattiveria (giro 38); poi tocca a Ricciardo (giro 39), in maniera molto più soft. Il 5° posto finale gli costa anche la 4° posizione, chiudendo 5° nel Mondiale. L’aiuto di Valtteri per il titolo di Lewis è stato sostanziale, ma a livello psicologico è costato tantissimo. A Wolff, se vorrà, il compito di recuperarlo quest’inverno.
FERRARI: VETTEL CHIUDE SUL PODIO, RAIKKONEN SALUTA CON UN RITIRO
La Ferrari chiude un mondiale agrodolce (più agro che dolce) con il podio #24, conquistato da Sebastian Vettel, giunto 2° al traguardo. I riflettori, ovviamente, erano tutti su Kimi Raikkonen, alla 151.esima partenza di Rosso vestito. Salutato da due ali di meccanici al momento di andare a schierarsi in griglia, purtroppo la domenica del finlandese non ha visto una degna chiusura. La gara del #7 è infatti durata poco più di 6 giri, con un guasto al propulsore di natura elettrica che lo costringe a parcheggiare la sua SF71-H proprio sul rettilineo dei box. Per fortuna, anche perché se l’è meritato, il 3° posto iridato alla fine arriva, con 2 punti di margine su Verstappen e 4 su Bottas. Un’annata, quella 2018, di gran lunga la migliore per l’avventura 2.0 del finlandese (una pole e 12 podi), che adesso guarda avanti al capitolo Sauber.

Sebastian Vettel, dal canto suo, ha fatto una gara da sufficienza piena. Con una monoposto molto veloce nei primi due settori, ma non altrettanto efficace nel T3, Seb ha penato per oltre metà gara alle spalle della Mercedes #77. Quando però l’occasione si è presentata, il tedesco non s’è fatto piegare e, di forza, s’è preso la 2° posizione da Bottas alla staccata di curva 11. A quel punto, con delle Supersoft una decina di giri più fresche di quelle di Hamilton, il nativo di Heppenheim ci ha provato ad andare a prendere il rivale. Vettel si avvicina fin quasi alla soglia dei 4″; sul più bello, però, quando il recupero comincia a diventare consistente, qualche doppiato di troppo preso nel posto sbagliato rende tutto vano. Al penultimo giro, Seb si prende il giro record (1:40.867). E ora, finalmente, si staccherà la spina per qualche settimana. Ne aveva proprio bisogno Seb.

RED BULL: VERSTAPPEN ABBONATO ALLA TOP3, NIENTE DA FARE PER RICCIARDO
Anche la Red Bull riesce a concludere un finale di stagione in crescendo portando almeno un pilota sul podio. Manco a dirlo, questo è Max Verstappen, autore di un’altra prestazione convincente. Per l’olandese si tratta del quinto podio di fila, il 12° di un 2018 che, dopo un avvio difficile, l’ha visto sicuramente maturare, nella speranza da parte sua di una RB15 che gli consenta di giocarsi le sue chance in ottica titolo. Ad Abu Dhabi, l’avvio di Max non è stato per niente positivo, con un problema ad un sensore che l’ha fatto precipitare in 9° posizione, con un evidente calo di potenza quando, dopo aver infilato Ocon al tornantino nel corso del primo giro, subito dopo la Force India è ripassata in agilità. Dopo la ripartenza, sistemato il problema, comincia la risalita del #33, che si libera di Ocon (con tanto di ruotata), poi di Grosjean. Effettuata la sosta (giro 17), la caccia al podio sembra complicata, ma i problemi di Bottas gli consentono l’assalto, portato a termine al giro 38 con un’altra manovra di forza (e nuova ruotata, pur se è stato più il finlandese a finire addosso alla Red Bull che il contrario).

Meglio del 3° posto, quindi, non era possibile fare e, giustamente, Max ha portato a casa, pronto a ricaricarsi in vista di un 2019 dove vuol’essere tra i grandi protagonisti. La maledizione del podio, invece, non viene sfatata da Daniel Ricciardo, che non riesce a salutare come voleva la Red Bull, prima di lanciarsi nell’avventura Renault. L’italo-australiano ha guidato anche la gara per 17 tornate, provando a portare il più a lungo possibile il primo stint, e fermandosi al giro 34, tornando 5° ma contando su pneumatici molto più freschi per risalire. L’unica posizione che però riesce a guadagnare è la 4°, ai danni di Bottas. Poi si plafona alle spalle di Verstappen, dovendosi accontentare della posizione.
SAUBER: LECLERC REGALA SPETTACOLO. ED ORA LA FERRARI!
Il Gran Premio di Abu Dhabi è stato l’ultimo di Charles Leclerc con la Sauber, prima di abbracciare la causa di Maranello. E il monegasco ha fatto di tutto per lasciare il miglior ricordo possibile al suo ormai ex team. Dopo aver agguantato in Qualifica la nona Q3 dell’anno (sesta di fila), l’avvio di gara è stato semplicemente fulminante. Balzato dall’8° alla 6° posizione, Charles attacca addirittura Daniel Ricciardo, infilandolo alla staccata di curva 11 subito prima dell’indizione della SC per l’incidente di Hulkenberg. Alla ripartenza, il pilota Sauber, in un simbolico passaggio di consegne (ed evidentemente aiutato anche dai problemi che subito dopo porteranno Kimi al ritiro), supera anche Raikkonen, issandosi in 4° posizione. Le prospettive di una gara di testa, però, vengono frustrate da una strategia a dir poco discutibile, che lo fa fermare al momento della VSC e piombare nel gruppo, in 14° posizione. Leclerc prova a risalire, ma s’impantana per un bel pò alle spalle di Fernando Alonso, superandolo solo al giro 26. Grazie anche alle soste degli altri, Charles si ritrova 7°. Sainz è troppo lontano, ma questo risultato (10° arrivo a punti su 16 arrivi al traguardo) è comunque positivo, permettendogli di chiudere 13° con 39 punti.

GLI ALTRI: SAINZ LASCIA LA RENAULT CON UN GRAN 6° POSTO. PEREZ E LE HAAS A PUNTI. CHE SPAVENTO PER HULKENBERG
Gara dai due volti per la Renault. Da un lato, un Carlos Sainz in uscita, direzione McLaren, artiglia con una gara molto solida e consistente il secondo miglior risultato stagionale (meglio solo a Baku, 5°), riuscendo a finire 10° in classifica (53). Nico Hulkenberg, al contrario, ha avuto a che fare con un bello spavento. Nella bagarre del primo giro, il tedesco non si avvede che Grosjean rimane all’interno; nel richiamo a destra di curva 10, l’aggancio tra l’anteriore sinistra del francese e la posteriore destra del tedesco è inevitabile, con la R.S.18 #27 si cappotta più volte, finendo per adagiarsi con un lato sulle protezioni. Fortunatamente, non ci saranno conseguenze fisiche, con Nico che riesce comunque a chiudere 7° in classifica, primo degli altri (69). Buon modo di concludere la stagione anche per Sergio Perez che, da 14° in partenza, finisce la gara in 8° posizione, precedendo le due Haas, con Romain Grosjean 9° e Kevin Magnussen 10°.

La Renault, quindi, vede certificata la 4° posizione nei Costruttori (122 punti), mentre la Haas chiude la top-5 (93), miglior risultato nella giovane storia del team made in USA. La Racing Point Force India, dopo la rinascita pre Spa, difende il 7° posto (52) dall’assalto della Sauber (48). Passando agli altri, Fernando Alonso ha chiuso in 11° posizione (penalizzato con un 3×5″ a causa di tre tagli di pista nel finale), mentre Stoffel Vandoorne ha completato la sua ultima gara in 14° posizione; per la McLaren è arrivata la 6° posizione nel Costruttori (62). Brendon Hartley (12°) non è riuscito a finire a punti in quella che poi si è rivelata essere la sua ultima gara in Formula 1; le due Williams hanno concluso la peggior stagione del team inglese con Lance Stroll (13°) davanti a Sergey Sirotkin (15°). Problemi alle power unit hanno fatto fuori anche i vari Marcus Ericsson, Esteban Ocon e Pierre Gasly.

Dopo i test Pirelli, in corso di svolgimento sempre ad Abu Dhabi, comincerà la lunga pausa invernale. Il Mondiale, dopo i test pre stagionali, ripartirà nel weekend del 15-17 Marzo in Australia.
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